9:00 14 Luglio 2017

Anno scolastico in USA

Michele è un exchange student in USA, dove sta trascorrendo il suo anno scolastico all’estero.

HEY Y’ALL!

Sono Mitch, ho 17 anni e sono tornato da poco più di un mese dagli Stati Uniti, più precisamente dal Kentucky (sì, la patria del colonnello che fa il pollo fritto), dove sono stato per un anno scolastico all’estero come exchange student con Astudy.

Vi voglio raccontare come è stato il mio anno all’estero, e honestly (sinceramente), lo farò con un po’ di nostalgia perché sento un sacco di homesickness (nostalgia di casa), degli USA.

Ecco, una cosa che capita agli exchange student una volta ritornati in Italia, è che mischiamo parole inglesi nei discorsi in italiano; non lo facciamo per metterci in mostra, ma è perché davvero non troviamo la parola corretta dopo aver trascorso 10 mesi senza parlare in italiano!

La partenza

Partiamo dal principio, ovvero primavera/estate 2016, quando dopo aver compilato il fascicolo personale è iniziata la lunga attesa di conoscere la famiglia ospitante.

Ho aspettato con tanta ansia l’arrivo della mia host family e mi ricordo ancora perfettamente la telefonata che ho ricevuto quel giorno mentre mi trovavo in riva al mare a prendere il sole e ad un tratto ha squillato il telefono:

“Ciao Michele, sono Luca di Astudy, tutto bene?”

“Ciao Luca, tutto bene, tu?”

“La host family ti ha scelto, si trova in Kentucky. Ti fisserei la partenza questo sabato, va bene?”

Inutile dire che non ci ho capito più niente; vorrei precisare che “questo sabato” significava fra 4 giorni! Ero euforico, non realizzavo che a distanza di pochi giorni sarei stato a New York per frequentare il Soft Landing Camp e che in men che non si dica avrei incontrato coloro che mi avrebbero ospitato per 10 mesi.

Soft Landing Camp a New York

Il giorno della partenza era finalmente arrivato e dopo aver salutato i miei genitori, ho varcato la soglia di non ritorno. Mi sentivo invincibile, capace di fare tutto ma allo stesso tempo ero in panico, con ansie e aspettative.

I 5 giorni a New York sono stati una manna dal cielo, ho conosciuto ragazzi che come me avrebbero intrapreso un percorso uguale al mio e tra una risata e l’altra ci sentivamo molto tranquilli e ci siamo goduti la fantastica città che non dorme davvero mai.

Con alcuni dei ragazzi che conosci al camp diventi molto amico, tanto è vero che con molti di loro mi sto frequentando ora che siamo tutti tornati perché siamo diventati molto amici e ci siamo supportati durante tutto l’anno. Ahimè i giorni a New York sono terminati e restava solo un altro grande passo da fare: incontrare la mia famiglia.

L’incontro con la Host Family

Ci parlavamo da pochissimi giorni e quindi ho passato il mio volo diretto in Kentucky a pensare come sarebbe stato il primo approccio. Hand shake? Hug? “Hello!”? Tutti i pensieri sono svaniti quando le mie gambe tremolanti hanno varcato la porta degli arrivi e li vidi.

Ci siamo abbracciati come se ci conoscessimo da una vita. Sono stati da subito molto affettuosi. Un abbraccio che diceva molto più di quanto le parole potessero dire perché ho capito dal momento in cui li ho visti che sarebbe stato molto difficile lasciarli.

Un anno di shock

Una cosa che voglio dire a tutti i futuri exchange student è che quando si partecipa ad un’exchange year gli shock sono continui. Infatti, dopo aver conosciuto la famiglia ospitante lo step successivo è stato quello della scuola.

Oh boy! Frequentare una scuola superiore in America è davvero tanta roba. La scuola è il fulcro della vita sociale di un teenager americano. High School Musical e Sky High danno la giusta idea di come sia una scuola negli States.

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The best year ever

Quando sei un exchange student hai la fortuna di poter creare legami per la vita con persone che hai conosciuto due mesi prima. Pur andando in una scuola piccola eravamo ben due italiani ed entrambi con Astudy. A chi pensa che questo sia uno svantaggio posso dire di cuore che si sbaglia.

Eleonora, l’altra ragazza italiana, è diventata in poco tempo la mia spalla, la mia complice per tutto. Ci siamo intesi da subito e da quel giorno non ci siamo più separati. Può sembrare strano ma fra di noi non parlavamo in italiano perché ci siamo perfettamente integrati con i nostri compagni di scuola e le persone della scuola e del paese.

Infatti oltre a lei, ho stretto amicizia con un sacco di persone che mi hanno aiutato ad affrontare i momenti più difficili ma con cui ho anche condiviso i ricordi più belli, come i pep rally prima delle partite di football il venerdì sera, l’Homecoming dance, i km macinati durante cross country e le partite di tennis infinite.

Gli sport sono molto competitivi e coinvolgenti, in pochissimo tempo entri a far parte di una specie di grande famiglia con cui condividi la maggior parte del pomeriggio.

I 10 mesi più veloci della mia vita

Senza nemmeno accorgermene sono passati 10 mesi della mia vita ed è arrivato il momento che più ho odiato di tutta l’esperienza. Partire, dover salutare tutti, promettere che un giorno sarei tornato a trovarli. E spero davvero che questo avvenga presto perché mi manca già il mio Kentucky.

Questa è stata la mia esperienza, vi lascio con questa frase di Winnie the Pooh che descrive cosa vuol dire, a mio parere, essere un exchange student:

“How lucky I am to have something that makes saying goodbye so hard”

Go and make friends! See yaaaa!

Michele

 

Michele scrive dal Kentucky mentre sta trascorrendo il suo anno scolastico in USA. Vorresti anche tu frequentare una high school in USA? Prenota subito un incontro informativo gratuito per diventare un exchange student con Astudy!

Michele in Kentucky

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