Partire per un anno scolastico all’estero durante il quarto anno è la scelta più bella e coraggiosa che un teenager possa fare. Vivere in un nuovo Paese, frequentare una scuola superiore all’estero, fare nuove amicizie e seguire nuovi schemi sociali aiuta ad avere una nuova prospettiva sul mondo.
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Giulia e Anna hanno svolto il loro Exchange Year negli Stati Uniti, Giulia è stata in North Carolina mentre Anna in Arizona.
Perché avete deciso di fare il quarto anno all’estero?
Giulia: “Erano anni che desideravo fare l’anno all’estero e la mia determinazione ha convinto anche i miei genitori. Volevo assolutamente vivere il sogno americano, l’high school spirits, i locker, il tifo per la squadra della scuola e soprattutto imparare bene l’inglese.”
Anna: “Secondo me fare il quarto anno all’estero è una decisione che un teenager non prende in piena coscienza. Siamo affascinati da ciò che vediamo in tv e pensiamo di trovare solo cose belle. I miei genitori e Astudy mi hanno fin da subito fatto riflettere sul fatto che sarebbe stato un percorso con alti e bassi, come li viviamo a casa! Non è tutto rose e fiori. Ho comunque voluto frequentare il quarto anno all’estero perché ero curiosa e sapevo che mi sarei sforzata di adattarmi ai nuovi schemi.”
Cosa vi ha reso felice durante il tuo quarto anno all’estero?
Giulia: “Tantissime cose mi hanno dato felicità: tanti nuovi amici americani ma anche exchange student dal Giappone, Brasile, Germania e Norvegia. Sono stata felice dei risultati scolastici: ho riportato a casa una pagella con valutazioni positive. Un professore americano mi ha anche scritto una “letter of recommendation” per il mio impegno e i risultati ottenuti.”
Anna: “Vivere in un nuovo Paese mi ha portato a pensare in un modo diverso. Ho una diversa consapevolezza di me e degli altri.”
Cosa non vi è piaciuto del tuo anno all’estero?
Anna: “I momenti di down, sinceramente. Quelli vengono prima o poi. E’ normale che a Natale cominci a pensare ai tuoi cari. Però è anche vero che bisogna reagire e pensare che questa è una situazione unica: quando mi ricapiterà di vivere il Natale dall’altra parte del mondo?”
Giulia: “Nostalgia e cibo non sono stati facili da gestire all’inizio. Per superare la nostalgia ho fatto di tutto per tenermi impegnata con attività scolastiche e sport. Con il cibo piano piano mi sono adattata e scesa a compromessi.”
Cosa potete raccontarci sulla High School all’estero?
Anna: “Il primo giorno di scuola mi è stato assegnato un tutor/counselor che è stato il mio punto di riferimento durante tutto il mio anno scolastico. Abbiamo fatto una chiacchierata e mi ha aiutato a scegliere le materie. Insegnanti e compagni di corso sono stati molto disponibili con me. C’è stato sin da subito un buon clima e mi sono sentita a mio agio nella mia nuova high school.”
Giulia: “Tutto completamente diverso dalla scuola italiana, a partire dal rapporto meno formale che si ha con gli insegnanti. Con la mia high school ho fatto di tutto! Gite, sport, tifo, feste… mi manca tanto questo spirito.”
Quarto anno all’estero vs quarto anno in Italia
Anna: “In Italia siamo abituati a studiare tanta teoria. Cosa ci rimarrà quando saremo grandi?”
Giulia “Messa a confronto con gli studenti americani ero sicuramente più forte su tutte le materie umanistiche. Durante il quarto anno in USA ho fatto più ore di laboratorio che in tre anni in Italia… A distanza di tempo devo dire che questo quarto anno all’estero mi ha completato e mi ha “dotata” di due diversi approcci allo studio.”
Come è stata l’esperienza in famiglia ospitante?
Anna: “Enorme imbarazzo all’inizio dell’esperienza. Abbiamo imparato a conoscerci giorno dopo giorno. Devo ringraziarli per essere stati pazientissimi con me e avermi aiutato a capire piano piano la lingua. Dopo il primo mese le cose sono andate molto meglio e abbiamo iniziato a creare tra noi una vera e propria routine. La mia famiglia aveva due bimbi, 6 e 8 anni. Fare la sorella maggiore è stato divertente. La spontaneità dei bambini ha fatto da collante tra me e la mia famiglia.”
Giulia: “La mia host family era composta da quattro persone ma la figlia più grande era già al college. Quindi in famiglia eravamo in quattro effettivamente. La ragazza in famiglia con me era mia coetanea. E’ stata sempre gentile con me ma obiettivamente avevamo interessi molto diversi per cui non ci si frequentava tantissimo durante la scuola. Forse è stato un bene perché non ci siamo mai calpestate i piedi. Avevamo i nostri amici e le nostre attività e naturalmente la vita in famiglia con i nostri spazi. I miei genitori ospitanti erano molto impegnati durante la settimana mentre nei weekend abbiamo avuto più occasioni per fare brevi escursioni o ritrovarci per le cene con amici.“
Quale consiglio dareste per fare amicizie durante l’anno all’estero?
Anna: “Parlate con tutti, presentatevi come Exchange Student ad ogni occasione, in mensa, ai corsi … Fate sempre il primo passo e sempre con un sorriso. E’ stata la mia arma vincente fin dal primo giorno.”
Giulia: “Durante la giornata scolastica è difficile riuscire a fare vere e proprie conversazioni con i tuoi compagni di corso. Per conoscere nuovi amici ho usato la carta dei club e dello sport. Sono riuscita ad entrare nel club per l’organizzazione delle feste scolastiche spiegando che tutte queste cose in Italia non le facciamo e che sarebbe stato bello poter imparare per provare a fare queste feste anche nella scuola italiana.”
Cosa non bisogna assolutamente fare durante l’anno all’estero?
Anna: “Direi di non farsi assolutamente paranoie cercando di capire che programma stanno svolgendo in Italia i tuoi compagni. Io l’ho fatto all’inizio e quando l’ansia mi stava per assalire mi sono detta “ehi questo è il mio quarto anno all’estero! Non sono la prima né l’ultima Exchange Student italiana a fare questa esperienza. Tutti si sono rimessi in pari. Adesso sono negli Stati Uniti e devo rimanere concentrata su questa esperienza.”
Giulia: “Non dite mai di no quando ricevete un invito! È importante che non creiate tra voi e i nuovi potenziali amici una barriera.”
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